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Rifugio Giacoletti - Monviso

ARRAMPICARE
nel MONVISO
Itinerari Sportivi
  • Punta Venezia 3095 m
  • Punta Roma 3070 m
  • Punta delle Traversette 3026 m
  • Monte Granero 3171 m
  • segnalati dalla
    Guida Alpina Andrea Sorbino :
    Rifugio "Vitale Giacoletti"

    Aggiornamento: maggio 2010

    ARRAMPICARE NEL MONVISO : Una scelta di itinerari stile Plaisir sulle pareti dei satelliti del MonViso; arrampicate classiche dell'alpinismo anni 50, itinerari inediti e nuove realizzazioni riproposte in chiave moderna per chi non può rinunciare ad arrampicare nei grandi ambienti di Montagna !



    Itinerari Sportivi:

    MonViso 3.841 m

  • - Cresta Berhault

    Punta Udine - 3022 m

  • - Alice 120-80
  • - Tempi Moderni
  • - Diedro Raffi–Rattazzini
  • - Cresta Est
  • - Pilastro orientale della Punta Udine
  • - Risiko
  • - The last “Bavorak” for Ernesto Bano
  • - Visto per il Perù
  • - Turbo
  • - Settore monotiri e palestra di arrampicata
  • - Claudio Bocco
  • - Traversata Gagliardone

    Punta Venezia - 3095 m

  • - Via dei Torrioni
  • - Dimensione Quarto
  • - Cresta Perotti
  • - Coulour Bianco e Cresta Nord-Ovest
  • - Skywalker

    Punta Roma - 3070 m

  • - Traversata Gagliardone
  • - Cresta del Colonnello
  • - Trois Rivières e Ti’ Punch

    Punta delle Traversette + 3026 m

  • - Chiaro di Luna e Mai dire Block

    Monte Granero - 3171 m

  • - Io per Te !
  • - Via Michelin-Masoero
  • mappa Giro del Viso

  • - Premessa
  • - Sicurezza
  • - Istruzioni per l’uso
  • - Materiale consigliato
  • - Avvicinamento e rientro
  • Punta Venezia 3.095 m

    Via dei Torrioni
    Linea elegante e diretta che supera le placche ripide e compatte della parete Est. Prosegue poi in cresta superando le Torri rossastre che danno il nome alla via. Splendido itinerario “Plaisir” per gli amanti del 4° grado.
    La via termina sulla cresta a pochi metri dal Bivacco della Venezia e dalla croce che si raggiunge con un breve passo di arrampicata.

    Autori Ugo Griva con Eraldo Quero il 14 settembre 1974

  • Difficoltà D+ 6a max, 5b obbl.
  • Sviluppo 350 m.
  • Tempo di salita 4-5 ore
  • Attrezzatura Fix 10 mm, piastrine e soste omologate (estate 2009).
  • Discesa
    Dalla sosta 5 è possibile scendere in doppia lungo l’itinerario di salita.
    Dal Bivacco seguire gli ometti e i segnavia gialli della via normale fino al Colle
    del Coulour del Porco, poi il percorso della Ferrata fino al rifugio, un’ora.

    Descrizione
    Dal Rifugio attraversare nevai residui e pietraie alla base del Coulour del Porco raggiungendo l’attacco della via nel punto più basso della parete, 15 minuti.
    Targhetta alla base della via.

  • L1 30 m. Salire le placche levigate dall’erosione glaciale e il diedro caratterizzato da grossi dadi rocciosi fino alla cengia erbosa. 4b, 4c
  • L2 40 m. Pochi metri a destra poi salire le placche via via più compatte, superare il breve ma intenso bombé per continuare sulla placca a réglettes. 4c, 6a oppure 5c e A0
  • L3 40m. Continuare sulla placconata ripida ma con prese nette. 4c, 5a
  • L4 40m. Superare l'ultima parte della placca fino ad una comoda cengia erbosa alla base di un caratteristico strapiombo. 4c
  • L5 35m. Superare lo strapiombo per una fessura-camino e raggiungere la base di un torrione. 4b, 4c
  • Da questa sosta è possibile scendere in doppia lungo la via.
  • L6 35m. Salire a destra del torrione raggiungendo la cresta. 4b
  • L7 35m. Corta placca ripida poi seguire la cresta. 5a, 3c
  • L8 40m. Continuare in cresta superando alcuni brevi risalti. 3c
  • L9 55m. Attraversare il couloir alla base di un bel torrione e proseguire sulla lunga placconata. 4c, 3c
  • L10 35m. Continuare sulla placca ora più verticale poi riprendere la cresta e seguirla sul lato destro. 4c
  • L11 35m. Continuare lungo la cresta e raggiungere l’ultimo punto di sosta nel marcato e panoramico intaglio alla base di un salto verticale. 3c

    Attraversare pochi metri sulla cengia per raggiungere il crestone pianeggiante e la traccia della via Normale. In circa 10 minuti per pietraie o residui di nevai si raggiunge il Bivacco e con un breve passo di arrampicata la croce della Venezia.


    Dimensione Quarto
    La via sfrutta al meglio la parete a sinistra della cresta Est. Con una lunga e graduale diagonale ne unisce i tratti più interessanti raggiungendo l’evidente sperone che porta direttamente alla croce di vetta.

  • Autori Fiorenzo Michelin e Stefano Masoero il 24 giugno 2003
  • Difficoltà D 5a max, 4c obbl.
  • Sviluppo 400 m.
  • Tempo di salita 4-5 ore
  • Attrezzatura Fix 10 mm.
  • Discesa
    Dalla vetta scendere direttamente al vicino Bivacco e seguire gli ometti e i segnavia gialli della via normale fino al colle del Coulour del Porco, poi il percorso della Ferrata fino al rifugio, un’ora.

    Descrizione
    Dal Giacoletti seguire il primo tratto di sentiero che conduce alla Ferrata poi attraversare interamente l’ampio nevaio o morena alla base della parete della Venezia per risalire il pendio erboso verso la parte alta della parete, l’attacco della via si trova 50 metri prima della cresta Est, 20 minuti.
    Targhetta alla base della via.

  • L1 35m. Superare un breve salto verticale e continuare sul pendio erboso interrotto da brevi salti. 3c, 3a
  • L2 35m. Continuare sul medesimo tipo di terreno verso la bastionata più compatta. 3c, 3a
  • L3 30m. Placche e piccoli torrioni a tratti verticali. 5a, 4c
  • L4 35m. Superare alcuni interessanti passaggi su terreno più ripido. 4c, 4a
  • L5 40m. Con divertente arrampicata portarsi alla base di un’evidente camino. 5a, 4a
  • L6 35m. Continuare nel camino e uscire sulle placche a sinistra. 5a, 4c
  • L7 35m. Superare facili torrioncini e uno sperone verticale. 5a, 4a
  • L8 40m. Seguire la cresta poi spostarsi a sinistra su facili cenge. 4b
  • L9 35m. Raggiungere la cengia posta alla base del torrione bifido della cresta Est. 4a, 3c
  • Attraversare a sinistra per una trentina di metri e portarsi in un ampio canale.
  • L10 35m. Superare un tratto verticale e poi le placche di lato al canale. 5a
  • L11 35m. Continuare lungo le belle placche. 4a, 3c
  • L12 35m. Seguire la cresta e brevi risalti. 3c, 4a
  • L13 35m. Continuare lungo l’evidente sperone, con un ultimo passo verticale si raggiunge l’ultima sosta e la croce di vetta. 4c, 5a

    Cresta Perotti
    La Cresta Perotti, vista dal rifugio, si staglia contro il cielo a sinistra della punta del Granero e si riconosce nella parte alta per la presenza di due slanciati gendarmi conosciuti come “Torri Bifide”. Elegante e diretta offre scorci a 360° di rara bellezza sul vallone delle Traversette, sul MonViso e su tutta la pianura del Po. Classica via stile “Montagna” è il terreno ideale come scuola per giovani montagnards e per chi, amante della storia, è alla ricerca delle origini dell’Alpinismo.
    “Da Usseglio venimmo a Crissolo per salire la intatta cresta Est della Venezia e trovammo le Guide Perotti, Giovanni Perotti ci guidò. Lo studio delle pareti rese facile l’ascensione, che pure in certi punti fu la via nuova un pò... visolottiana. La segnaliamo per coloro che, di non breve resistenza, amano affrontare torrioni, placche e creste. Primo merito ai Perotti e poi... a noi, che, senza vanti (è vero fratelli Perotti ?) siamo saliti bene”: queste sono le parole del Professor Caligaris annotate sul libretto di Giovanni dopo la prima salita.
    Dopo l’esordio sulla vetta del Viso nel 1905 che raggiunge, ad appena 5 anni, nella gerla del padre, il sogno di Papà Claudio “Farina” presto si avvera: Giovanni, poco più che ventenne, viene promosso Guida.
    Lo scrittore Adolfo Balliano scrive di lui: “Oggi 12 agosto 1922 abbiamo compiuta l’ascensione del Viso per la cresta Est – discesa per la Sud – guidati da Giovanni Perotti la cui abilità, sicurezza e cordialità sono superiori ad ogni elogio. Forse, e senza forse, il Perotti riassume il tipo della guida classica che sulla montagna trovava l’essenza della vita ed anche quella della poesia”.
    Il fratello Quintino, nato nell’agosto del 1906 proprio al rifugio Quintino Sella ai piedi del Viso, diventerà un’eccellente Guida come il padre, lo zio e il fratello. Per la particolare abilità sulla roccia e sul ghiaccio, i francesi lo soprannominarono “il pipistrello”. Sua, infatti, è la prima salita con un cliente francese di quello che oggi è il “Canale Perotti” sulla Nord del Viso. Su richiesta del proprietario del Grand Hotel fu invitato ad Abriès, nel Queyras, per lanciare questa superba parete visto che là non c’erano uomini che osassero tanto.
    Tra il 1934 e il 1939 Quintino Perotti compì numerosissime ascensioni sulle montagne del Delfinato, solo sulla Meije salì un centinaio di volte.
    Con più di 700 salite, diverse compiute per salvare alpinisti in difficoltà, si assicurò il primato assoluto di ascensioni al Viso.

  • Autori Alessandro e Natalia Caligaris, Alberto Milano, Giorgina Vivante con le Guide Giovanni e Quintino Perotti, il 6 agosto 1935
  • Difficoltà PD+ 3c max, 3c obbl.
  • Sviluppo 400 m.
  • Tempo di salita 3-4 ore
  • Attrezzatura
    Fix 10 mm, piastrine e soste omologate; 2 per ogni sosta e in media da 3 a 5 su ogni tiro.
    Portare qualche nuts e fettucce. Attrezzata nell’agosto 2009.
  • Discesa
    Dal Bivacco seguire gli ometti e i segnavia gialli della via normale fino al Colle
    del Coulour del Porco, poi il percorso della Ferrata fino al rifugio, un’ora.

    Descrizione
    Dal Giacoletti seguire il primo tratto di sentiero che conduce alla Ferrata poi attraversare interamente l’ampio nevaio o morena alla base della parete della Venezia per risalire il pendio erboso che termina dove ha inizio la cresta, 20 minuti.
    Targhetta alla base della via.

  • L1 40m. Superare i primi facili e divertenti risalti della cresta. 3a, 2a
  • L2 40m. Continuare direttamente sulla cresta e poi a destra sullo spigolo, qualche metro ancora a destra per sostare nella nicchia alla base del diedro. 3a, 2b
  • L3 40m. Salire il diedro marcato e seguire il filo di cresta sulla destra. 3a
  • L4 45m. Superare una bella placca compatta e continuare in cresta con divertente arrampicata. 3b, 2c
  • L5 40m. Spostarsi leggermente a destra per riprendere la cresta, spigolo e placca, e ancora a destra per aggirare un evidente strapiombo. 3b, 2c
  • L6 45m. Superare direttamente il marcato diedro caratterizzato da un grosso blocco incastrato e raggiunta la cresta seguirla fino alla sosta. 3c, 2c
  • L7 45m. Salire verso destra per raggiungere la bella cresta formata da gradoni di rocce rosse e in seguito la sosta dietro un grosso spuntone. 3a, 2c, 3b
  • L8 30m. Passare a sinistra del gendarme e seguire la cresta fino alla base del torrione rossastro e verticale. 3a, 2a
  • L9 25m. Superare direttamente la prima delle “Torri Bifide” con bella arrampicata e il successivo breve muro verticale, poi ancora una bella placca per raggiungere la sommità del gendarme dove si sosta. 3c, 2b
  • L10 20m. Scendere srampicando per una decina di metri all’intaglio e, superato un muro verticale e il successivo breve spigolo, raggiungere la vetta del secondo gendarme. 2a, 3c, 2b
  • L11 30m. Attraversare in leggera discesa per raggiungere l’ultimo punto di sosta sull’evidente colletto alla base della vetta e a pochi minuti dal Bivacco. 2a

    In circa 10 minuti per pietraie o residui di nevai si raggiunge il Bivacco e con un breve tratto di arrampicata la croce della Venezia.


    Coulour Bianco e Cresta Nord-Ovest
    La Cresta Nord-Ovest dal Coulour Bianco è un magnifico itinerario alpinistico di difficoltà media, dove alla progressione con piccozza e ramponi lungo il canale, si alterna l’arrampicata su roccia in cresta. Terreno ideale per i corsi di Alpinismo o come allenamento in vista di salite più impegnative, questa “Grande Course” richiama il fascino delle classiche dell’Oisans sui picchi del Pelvoux e dei Bans. I magnifici scorci sui ghiacciai del Delfinato e del Monte Rosa e l’immancabile vista sulle pareti occidentali del Viso rendono questo percorso decisamente emozionante.
    Quando l’innevamento è scarso, è meglio evitare di salire il canale del Coulour Bianco ma è consigliabile raggiungere Punta Venezia dal Colle delle Traversette percorrendo Skywalker.

    Avvicinamento Dal rifugio Giacoletti (2741 m) si scende verso nord seguendo il sentiero lungo il canalone di detriti e nevai, fino ad un bivio (2500 m, cartelli). Abbandonato il sentiero che scende verso Pian del Re, si prende a sinistra il "Sentiero del Postino" e lo si percorre fino ad incrociare l’ampio canale del Coulour Bianco.
    Dislivello in discesa, 240 m.
    Tempo di percorrenza, 40 minuti.

    Coulour Bianco

  • Difficoltà Pendenza media 40°, 50° max.
  • Dislivello 450 m.
  • Tempo di salita 1 ora e 30’
  • Attrezzatura Piccozza e ramponi.
  • Progressione Terreno innevato ripido.

    Descrizione Dal sentiero del Postino (2530 m), risalire interamente l’ampio canalone innevato delimitato a destra dall’imponente parete Sud-Est delle Rocce Fourioun e a sinistra dal versante Nord della Punta Venezia. A metà circa del percorso, una biforcazione più impegnativa a sinistra finisce in alto sulla cresta della Venezia; continuare sull’asse principale del canale che ora diventa più ripido, e raggiungere, a pochi metri dalla cresta, una stretta spaccatura attraverso la quale si sbuca sul versante francese e in breve si arriva al Colle del Coulour Bianco (2986 m).
    Cresta Nord-Ovest dal Colle del Coulour Bianco

  • Difficoltà PD+ 3c max, 3c obbl.
  • Sviluppo 350 m.
  • Tempo di salita 2 ore
  • Attrezzatura
    Fix 10 mm, piastrine e soste omologate.
    Portare una serie di nuts, fettucce e longe per la doppia.
    Attrezzata nell’agosto 2008
  • Progressione
    Per procedere in sicurezza su questo tipo di terreno è necessaria una buona dimestichezza con la tecnica di progressione chiamata “a corda tesa” o “in conserva” e un buon affiatamento tra i membri della cordata.
  • Discesa
    Dalla vetta scendere direttamente al vicino Bivacco e seguire gli ometti e i segnavia gialli della via normale fino al colle del Coulour del Porco, poi il percorso della Ferrata fino al rifugio, un’ora.
  • Descrizione
    Dal Colle del Coulour Bianco (2986 m) procedere “a corda tesa” ed evitare sulla destra un primo spuntone verticale (ometti); ripresa la cresta, seguirne il filo frastagliato fino ad una sosta di calata posta sulla cima di un affilato gendarme. Scendere in doppia all’intaglio (20 m) e superare il torrione successivo con una bella lunghezza di corda (30 m, 3c). Continuare a corda tesa, con qualche tratto anche in leggera discesa, lungo la cresta formata da torrioni, gendarmi e spuntoni. Mantenere il filo frastagliato che fa da confine alle pareti degli opposti versanti per raggiungere infine la croce della Punta Venezia (3095 m).
  • numerosi Fix con piastrine posizionati lungo l’itinerario, oltre a renderlo più sicuro ne evidenziano meglio il percorso.
  • Due Fix accoppiati indicano un punto di sosta o l’ancoraggio per una calata in doppia.

    Vie di Fuga In caso di maltempo, l’unica scappatoia consigliata è quella dal Coulour Bianco; raggiunto l’intaglio è possibile scendere il versante detritico verso il Lago Porcieroles sul lato francese e risalire al Colle del Coulour del Porco per poi rientrare in rifugio, 1 ora e 15’.


    Skywalker
    Dal Colle delle Traversette inizia questo bellissimo itinerario per la Punta Venezia: un chilometro e mezzo di cresta magnificamente ricamata, un profilo costantemente sul filo dei tremila con tre vette ben oltre, un panorama mozzafiato sull’alta valle del Guil e sul vallone delle Traversette, i grandi massicci glaciali degli Ecrins, del Cervino, del Monte Rosa, del Bianco e del Gran Paradiso sullo sfondo, il Bernina all’orizzonte e le grandi pareti Nord e Nord-Ovest del Viso sempre in faccia.
    Emozioni garantite assolutamente da vivere !
    Da qui pare sia passato Annibale per conquistare Roma. Sotto il medesimo colle, dentro il primo traforo delle Alpi e ancor prima che Cristoforo Colombo scoprisse l’America, già transitavano carovane di muli lungo la “via del sale”.
    Dal medesimo colle, Patrick Berhault è partito in pieno inverno per la sua fantastica impresa solitaria che lo ha portato, dopo un bivacco in parete, in cima al MonViso. Di Berhault ci sono le foto, di Annibale... no !
    La prima salita nota alla Punta Venezia, al tempo conosciuta come “Guardia del Porco”, risale al 1888 ed è da attribuire al reverendo William Augustus Brevoort Coolidge che, dopo la terza salita al Viso e la prima della parete Nord lungo il canale che oggi porta il suo nome, nel 1890 concluderà la sua lunga e meticolosa esplorazione del Massiccio con la traversata delle Rocce Fourioun dal Colle del Coulour Bianco al Colle delle Traversette.
    Questo new-yorkese di nascita e inglese di adozione è, senza dubbio, il più grande divoratore di vette della storia: in venticinque anni di attività realizzò, sempre con la stessa guida Almer, MILLESETTECENTO “prime” sull’intero arco alpino. Un vero e proprio Skywalker.

    Avvicinamento

  • Dal rifugio Giacoletti (2741 m) si scende verso nord seguendo il sentiero lungo il canalone di detriti e nevai, fino ad un bivio (2500 m, cartelli). Abbandonato il sentiero che scende verso Pian del Re, si prende a sinistra il "Sentiero del Postino" e lo si percorre fino ad incrociare il bivio (2550 m, cartelli) per il Colle delle Traversette. Si segue a sinistra la mulattiera e dopo aver raggiunto la conca del Pian Mait, si affronta una salita a zig-zag e si passa nei pressi della Fonte Ordi (2787 m) e della Caserma delle Traversette: poco dopo, lasciata a destra la traccia per il Passo Luisas e il Monte Meidassa, si continua sul sentiero raggiungendo il bivio per l'ingresso del Buco di Viso. Si prosegue a sinistra per raggiungere in breve il Colle delle Traversette (2950 m).
  • Dislivello in discesa, 240 m.
  • Dislivello in salita, 380 m.
  • Tempo di percorrenza, ore 2

    Skywalker

  • Autori La prima salita nota alla Punta Venezia è di W.A.B Coolidge con le Guide Svizzere Ulrich e Christian Almer, padre e figlio, il 28 agosto 1888.
    Per quanto riguarda le Rocce Fourioun, la prima salita nota è dello stesso W.A.B Coolidge con le Guide Svizzere Ulrich e Christian Almer, padre e figlio, il 27 giugno 1890.
    Come testimonia lo stesso Coolidge, le due punte erano state raggiunte in precedenza da altri; probabilmente verso la metà dell’Ottocento dai cartografi incaricati alla stesura della “Carta degli Stati Sardi”.
  • Difficoltà PD+ 3c max, 3c obbl.
  • Sviluppo 1500 metri.
  • Tempo di salita 4 ore
  • Attrezzatura Fix 10 mm, piastrine e soste omologate.
    Portare una serie di nuts, fettucce e longe per le doppie.
    Attrezzata nell’agosto 2008
  • Progressione
    Per procedere in sicurezza su questo tipo di terreno è necessaria una buona dimestichezza con la tecnica di progressione chiamata “a corda tesa” o “in conserva” e un buon affiatamento tra i membri della cordata.
    Normalmente fino al Colle del Coulour Bianco si procede senza corda, salvo il tratto lungo il camino dell’Aiguille Bleue e la parte finale della discesa al Colle del Coulour Bianco.
  • Discesa
    Dalla vetta scendere direttamente al vicino Bivacco e seguire gli ometti e i segnavia gialli della via normale fino al Colle del Coulour del Porco, poi il percorso della Ferrata fino al rifugio, un’ora.

    Descrizione
    Dal Colle delle Traversette (2950 m) seguire la traccia della via normale, segnalata in giallo, che sale sul dosso spartiacque; raggiunto un piccolo bivacco in legno ormai in rovina, continuare sulla cresta che diventa più affilata e superare una tipica “boîte aux lettres” poi, lungo una cengia sul versante italiano, raggiungere la croce sulla punta principale delle Rocce Fourioun (3153 m).
    Questa massiccia montagna rocciosa di forma trapezoidale presenta una lunga cresta sommitale sulla quale spiccano tre rilievi principali di cui quello con la croce è il culminante.
    Continuare lungo la cresta sommitale e superare il secondo rilievo; poco prima del terzo, scendere a destra sul versante francese utilizzando un sistema di cenge e canalini per evitare una doppia di 30 metri lungo lo spigolo che delimita a sud l’ultimo rilievo.
    Raggiungere la cresta alla base del salto verticale e salire la punta successiva per pietraie e facili saltini; dalla vetta scendere sulle cenge del versante italiano percorse abitualmente dai numerosi stambecchi.
    Riprendere la cresta che diventa quasi pianeggiante e percorrerla per un lungo tratto camminando sui compatti e poco inclinati lastroni esposti a occidente.
    Per rocce rotte, salire alla base dell’Aiguille Bleue (3126 m) che si raggiunge superando un camino verticale alto una decina di metri (Fix) affacciato sul vallone delle Traversette.
    Il toponimo Aiguille Bleue prende probabilmente il nome dal colore blu delle rocce che ne formano la vetta; non compare nella cartografia italiana ma solo in quella francese.
    Dall’Aiguille Bleue seguire un primo tratto di cresta formata da rocce rotte; quando questa diventa più ripida, piegare leggermente a destra sul versante francese (ometti, tacche di vernice gialla e Fix) e raggiungere, scendendo lungo cenge, canalini e piccoli salti il Colle del Coulour Bianco.
    Dal Colle del Coulour Bianco (2986 m) procedere “a corda tesa” lungo la Cresta Nord-Ovest della Punta Venezia ed evitare sulla destra un primo spuntone verticale (ometti); ripresa la cresta, seguirne il filo frastagliato fino ad una sosta di calata posta sulla cima di un affilato gendarme.
    Scendere in doppia all’intaglio (20 m) e superare il torrione successivo con una bella lunghezza di corda (30 m, 3c). Continuare a corda tesa, con qualche tratto anche in leggera discesa, lungo la cresta formata da torrioni, gendarmi e spuntoni.
    Mantenere il filo frastagliato che fa da confine alle pareti degli opposti versanti per raggiungere infine la croce della Punta Venezia (3095 m).

  • I numerosi Fix con piastrine posizionati lungo l’itinerario, oltre a renderlo più sicuro ne evidenziano meglio il percorso.
  • Due Fix accoppiati indicano un punto di sosta o l’ancoraggio per una calata in doppia.

    Vie di Fuga In caso di maltempo, l’unica scappatoia consigliata è quella dal Colle del Coulour Bianco; raggiunto l’intaglio è possibile scendere il versante detritico verso il Lago Porcieroles sul lato francese e risalire al Colle del Coulour del Porco per poi rientrare in rifugio, 1 ora e 15’.

  • Punta Roma 3.070 m

    Traversata Gagliardone
    “Salita lunghissima ma molto divertente”. Così la cresta che unisce Punta Roma alla Punta Udine viene definita da Giuseppe Gagliardone, “Pinela” per gli amici del CAI Monviso di Saluzzo, dopo la prima in 7 ore del 1934. Nello stesso anno, Giuseppe Gagliardone inizierà la serie delle sue brillanti “prime” nel gruppo del MonViso e non solo. Tra le altre, la Direttissima alla parete Ovest del Visolotto, la Diretta della parete Nord-Ovest del Viso di Vallanta, la prima invernale della parete Sud-Est di Punta Roma, la Direttissima al Viso per la parete Est del Torrione di St. Robert. “Il signore del difficile”, come lo definì l’amico Armando Biancardi, realizza nel 1942 con Giusto Gervasutti la prima della formidabile parete Est delle Gran Jorasses e nel ’46 sempre con Gervasutti e Carlo Arnoldi vince la cresta Est del Petit Capucin. Seguono la Fürgen sul Cervino e le vie Preuss, Dulfer e Fehrmann nel gruppo delle Lavaredo.
    Dal MonViso alle grandi pareti delle Alpi, Gagliardone anticipa così l’eccezionale traversata delle Alpi di Patrick Berhault. Sulle tracce di “Pinela”, Berhault nel 2001 percorre integralmente la cresta dal Colle delle Traversette alla vetta del Viso realizzando in solitaria la prima invernale.
    L’itinerario proposto, come via di salita alla Punta Roma, si snoda in senso inverso a quello compiuto da Gagliardone e compagni nel 1934.
    La Traversata Gagliardone, segmento della Cresta Berhault, offre un notevole panorama sui ghiacciai del Delfinato e del Monte Rosa e viste a perdifiato sulla parete Nord del Monviso.
    Il concatenamento della Cresta Est della Udine e della Traversata Gagliardone per arrivare in vetta alla Punta Roma è senza dubbio uno degli itinerari più interessanti e completi del settore. Assolutamente consigliato.

    Avvicinamento
    Dal rifugio Giacoletti imboccare la traccia di sentiero che parte dal pennone della bandiera e conduce, con una lunga diagonale attraverso un pendio di rocce rotte e nevai, allo sbocco del canalone del Coulour del Porco, chiuso a sinistra dalla ripida parete N-E della Punta Udine e a destra dalle balze rocciose della Punta Venezia. Da qui il sentiero sale a serpentina sulla pietraia fino a raggiungere, sulla parete destra del canale, l’inizio della via ferrata segnalato con un ben visibile bollo rosso e bianco. Seguire il percorso della Ferrata che consente di raggiungere in breve il Colle del Coulour del Porco (2920 m).
    Dal colle volgere a sinistra e risalire un pendio di pietrame e rocce rotte fino alla vetta esattamente a picco sul rifugio.
    Ad inizio stagione sono indispensabili piccozza e ramponi per superare eventuali tratti di pendio ancora coperti di neve.
    Dislivello in salita, 280 m.
    Tempo di percorrenza, ore 1

    Traversata Gagliardone

  • Autori Giuseppe Gagliardone, G. Fissore e R. Negro il 29 luglio 1934
  • Difficoltà AD 5a max, 4a obbl.
  • Sviluppo 900 m.
  • Tempo di salita 4-5 ore
  • Attrezzatura
    Fix 10 mm, piastrine e soste omologate. Portare una serie di nuts, fettucce e longe per le calate. Attrezzata nell’agosto 2009
  • Progressione
    Per procedere in sicurezza su questo tipo di terreno è necessaria una buona dimestichezza con la tecnica di progressione chiamata “a corda tesa” o “in conserva” e un buon affiatamento tra tutti i membri della cordata.
  • Discesa
    Dalla vetta seguire i segnavia rossi della via normale e il sentiero fino al rifugio, 1h e 30’

    Descrizione
    Dalla Punta Udine (3022 m) seguire per una quarantina di metri la cresta in leggera discesa e superato uno spuntone, individuare la sosta della prima calata in corda doppia, 30 m. Continuare la discesa con una seconda calata da 30 metri e raggiungere la Breccia degli Angeli alla base del muro rosso.
    Dalla breccia, continuare “a corda tesa” lungo tutta la cresta formata da torrioni, gendarmi affilati, spuntoni e gradoni spigolosi mantenendo il filo frastagliato che fa da confine a pareti di oltre 300 metri. Si superano spigoli, fessure, diedri e camini, alternando alla progressione in conserva anche qualche tiro di corda da 25/30 metri e alcune calata in doppia di 30 metri al massimo.

  • I numerosi Fix con piastrine posizionati lungo l’itinerario, oltre a renderlo più sicuro ne evidenziano meglio il percorso.
  • Due Fix accoppiati indicano un punto di sosta o l’ancoraggio per una calata in doppia.
    Raggiunta l’ampia sella detritica alla base del versante Nord-Nord-Ovest della Punta Roma, continuare piegando verso sinistra lungo un sistema di placche e gradoni per evitare un settore ripido e fratturato, poi verso destra per raggiungere la Madonnina della vetta.

    Varianti
    Agli alpinisti allenati consigliamo di raggiungere la Punta Udine scegliendo tra i bellissimi itinerari di arrampicata che portano in vetta. Se si sale lungo la Cresta Est, è anche possibile evitare l’ultimo tratto di salita alla vetta e le successive calate, raggiungendo direttamente la Breccia degli Angeli lungo tutta la cengia che attraversa la parete Est.
    Dalla Punta Roma è possibile continuare sulla “Cresta del Colonnello” per raggiungere il Passo del Colonnello e il Passo Giacoletti, 3-4 ore.

    Vie di Fuga
    In caso di maltempo, l’unica scappatoia è quella dalla Breccia degli Angeli; raggiunto l’intaglio è possibile scendere il canale detritico verso il Lago Porcieroles sul versante francese e risalire al Colle del Coulour del Porco per poi rientrare in rifugio, 1 ora.
    E’ sconsigliata la discesa in corda doppia sugli opposti versanti della cresta per la complessa morfologia e la considerevole altezza delle pareti.


    Cresta del Colonnello
    Il bellissimo itinerario della Cresta del Colonnello o Cresta Sud percorre interamente la lunga e dentellata linea che unisce il Passo Giacoletti alla Punta Roma.
    Il percorso, così come l’avvicinamento, si snoda in un ambiente grandioso e selvaggio, terreno ideale per mettere a punto la tecnica di progressione in conserva e magari allenarsi in vista del concatenamento della mitica “Cresta Berhault”.
    Panorama garantito e spettacolare vista sui 4000 delle Alpi.
    La prima salita della Cresta Sud della Roma, il 12 agosto 1921, rappresenta un momento importante nella carriera delle Guide Giuseppe e Giovanni Perotti, discendenti dell’illustre dinastia di Guide che, dal 1874, con trenta e più nuove vie tracciate, cento e più anni di lotta tenace, sacrifici ed eroismi, ha segnato la storia del MonViso.
    Per Giuseppe, detto “Pin”, questa è l’ultima “prima” della sua lunga carriera che conta oltre 500 salite al Viso e numerose prime di rilievo. Per Giovanni, appena ventenne, nipote di “Pin” e figlio del famoso “Farina”, inizia invece la sua carriera che sarà scandita da oltre 600 salite al Viso e innumerevoli vie nuove, sovente con il fratello Quintino, anche lui Guida.

    Avvicinamento

  • Dal Rifugio Giacoletti (2740 m) si prende il sentiero che scende a Pian del Re passando dal Lago Superiore; giunti ad un piano (2560 m, cartelli), si abbandona il sentiero principale e si segue a destra il bivio per la Punta Roma. Dopo numerose svolte si lascia a destra la diramazione (2800 m, cartelli) che sale a Punta Roma e si arriva in breve ad un bivio (2820 m, cartelli). Lasciata a destra la deviazione per il Passo del Colonnello, si continua attraversando in leggera discesa l’ampia conca erbosa e si raggiunge dopo pochi tornanti uno stretto canalino roccioso. Lo si attraversa seguendo il sentiero tra le rocce e, procedendo per cengette e facili saltini, si arriva al Passo Giacoletti (2990 m, targa in bronzo).
  • Il sentiero è completamente segnalato e, nei tratti più esposti, attrezzato con tasselli da 10 mm e corde fisse, passi di II°.
  • Ad inizio stagione sono indispensabili piccozza e ramponi per superare eventuali tratti di pendio ancora coperti di neve.
  • Dislivello in salita, 460 m.
  • Tempo di percorrenza, ore 2

    Cresta del Colonnello

  • Autori Mario Sandri con la Guida Giuseppe Perotti e Giovanni Perotti, il 12 agosto 1921
  • Difficoltà PD+ 3c max, 3c obbl.
  • Sviluppo 800 m.
  • Tempo di salita 3-4 ore
  • Attrezzatura
    Fix 10 mm, piastrine e soste omologate.
    Portare una serie di nuts, fettucce e longe.
    Attrezzata nell’agosto 2008
    Progressione Per procedere in sicurezza su questo tipo di terreno è necessaria una buona dimestichezza con la tecnica di progressione chiamata “a corda tesa” o “in conserva” e un buon affiatamento tra tutti i membri della cordata.
  • Discesa Dalla vetta seguire i segnavia rossi della via normale e il sentiero fino al rifugio, 1h e 30’

    Descrizione
    Dal Passo Giacoletti, lasciare il sentiero che attraversa in direzione del Passo di Vallanta e procedere utilizzando la progressione “in conserva” lungo tutta la cresta formata da torrioni e gendarmi affilati mantenendo il filo frastagliato che fa da confine a pareti di oltre 200 metri. Si superano spigoli, fessure, diedri e camini, alternando alla progressione in conserva anche qualche tiro di corda da 25/30 metri.

  • I numerosi Fix con piastrine posizionati lungo l’itinerario, oltre a renderlo più sicuro ne evidenziano meglio il percorso.
  • Due Fix accoppiati indicano un punto di sosta o l’ancoraggio per una calata in doppia.
    A circa metà itinerario si raggiunge il Passo del Colonnello (2995 m, targhetta), dal quale in caso di maltempo è possibile rientrare direttamente in rifugio (segnavia gialli).
    Dal Passo del Colonnello continuare in conserva lungo la cresta quasi pianeggiante fino alla base di un bel torrione verticale, superarlo a destra lungo un marcato diedro con due belle lunghezze di 25 e 20 metri, 3c obl.
    Raggiunta l’aerea cresta formata da affilati gendarmi e gradoni di rocce rosse, si percorre l’ultimo tratto sui ruvidi lastroni monolitici arrivando infine alla Madonnina della vetta.

    Varianti Dalla Punta Roma è possibile continuare la cresta per raggiungere Punta Udine, percorrendo la Traversata Gagliardone, 4-5 ore.

    Vie di Fuga In caso di maltempo, l’unica scappatoia è quella dal Passo del Colonnello raggiunto il quale si scende direttamente sul sentiero che conduce al rifugio, 1h e 20’. Il sentierino a tratti esposto, è segnalato con tacche di vernice fino all’incrocio del sentiero principale.
    E’ sconsigliata la discesa in corda doppia sugli opposti versanti della cresta per la complessa morfologia delle pareti.


    Versante Ovest
    Trois Rivières e Ti’ Punch

    La grande parete occidentale della Punta Roma è attraversata da due belle vie che corrono parallele a poche decine di metri di distanza l’una dall’altra per poi riunirsi in vetta. Sono le sorelle francesi della Cresta Est e di Tempi Moderni sulla Punta Udine.
    Realizzate nel 1996 dalle guide alpine del Queyras, Richard Clermont, Sylvain Pusnel e David Preiss, si prestano ottimamente ad essere concatenate con le vie di Punta Udine per una mega-giornata di arrampicata !
    Parete al sole dopo le 11 del mattino.
    Avvicinamento: la partenza delle vie è a circa 1 ora e 40' dal Giacoletti, si raggiunge percorrendo il sentiero e la via Ferrata del Colle del Coulour del Porco. Arrivati al colle occorre scendere sul versante francese in direzione del Rifugio Viso quasi fino al Lago Porcieroles, di qui si attraversa e si risale alla base delle vie su pietraie e lingue di neve. Individuare gli attacchi a sinistra della verticale della vetta.
    Discesa: è possibile scendere in doppia lungo gli itinerari di salita oppure seguendo la traccia della via normale sul versante Sud-Est. Dalla vetta seguire i segnavia rossi fino al bivio del Passo Giacoletti poi la recente segnaletica fino al rifugio, 1h e 30’

    Trois Rivières

  • Difficoltà AD+ 4c max, 4c obbl.
  • Sviluppo 300 m.
  • Tempo di salita 3-4 ore
  • Attrezzatura Fix 10 mm.
    Descrizione La partenza della via si trova a sinistra di un canale-camino sopra una fascia di rocce chiare, 60 metri a sinistra della vena di quarzo di Ti’ Punch.
  • L1 50m. Dalla cengia sopra la fascia di rocce chiare superare un pilastrino nerastro seguito da un piccolo diedro, continuare sulla destra lungo diedri e gradini fino alla sosta. 3a, 4c
  • L2 40m. Spostarsi a destra del diedro e salire la placca fessurata seguita da un diedrino poi verso destra un pilastro di placche abbattute fino alla terrazza. 4b
  • L3 40m. Continuare in aderenza sulle placche e superare un piccolo strapiombo. 4c, 4b
  • L4 35m. Salire il breve sperone a destra della sosta e la bella placca chiara. 4b
  • L5 40m. Spostarsi a destra per superare un pilastro poi a sinistra in sosta. 4c
  • L6 35m. In obliquo a sinistra su dei saltini e una placca chiara. 2b, 3c
  • L7 40m. Salire la placca fessurata poi una più ripida fino alla sosta sullo spigolo. 4b
  • L8 40m. Superare un breve passaggio a destra della sosta e continuare lungo il canalino roccioso per raggiungere la madonnina in vetta. 3b, 2b

    Ti’ Punch

  • Difficoltà TD- 6a max, 5c obbl.
  • Sviluppo 300 m.
  • Tempo di salita 3-4 ore
  • Attrezzatura Fix 10 mm.
    Descrizione L’attacco della via si trova 60 metri a destra di Trois Rivières e a sinistra della ripida parete nerastra, sul terrazzino appena sotto una vena di quarzo. Fix di sosta.
  • L1 45m. Salire verso la vena di quarzo bianca e continuare lungo un sistema di diedri obliquando leggermente verso destra fino alla sosta su una piccola terrazza. 4c, 6a
  • L2 40m. Superare il breve diedro poi continuare a destra sulla bella placca fessurata. 4c, 5c
  • L3 40m. Raggiungere la base di un salto verticale e salirlo direttamente poi in placca alla sosta. 3b, 6a
  • L4 40m. Pilastrino e piccolo bombé poi a destra su placche fessurate. 5c, 5b
  • L5 45m. Salire la placca a destra del diedro e quelle successive poi un ripido salto fessurato. 5a, 5b
  • L6 40m. Raggiungere la ripida placca a destra del filo del pilastro e la sosta sulla cengia. 5c, 6a
  • L7 45m. Superare la breve fessura-camino e i successivi gradoni. 4c, 3b
  • L8 30m. Continuare a sinistra lungo il filo di cresta e raggiungere la vetta. 3a
  • Punta delle Traversette 3.026 m

    Chiaro di Luna e Mai dire Block
    Sulla cresta che dal Colle delle Traversette sale alla cima del Monte Granero si stagliano le slanciate guglie della Punta delle Traversette. Alla base, a quota 2882 metri, è stato realizzato il Buco di Viso, primo traforo delle Alpi che dal 1480 collega la Val Po con la francese Valle del Guil.
    Le vie, che serpeggiano tra muri e strapiombi dei bei pilastri a poche decine di metri l’una dall’altra, si prestano ottimamente ad essere concatenate oppure abbinate agli itinerari della parete Sud-Est del Granero.

    Avvicinamento: la partenza delle vie è a circa 1 ora e 30’ dal Giacoletti. La si raggiunge percorrendo il Sentiero del Postino verso il Colle delle Traversette: giunti alla caserma militare si lascia a destra la traccia per il Passo Luisas e si continua sul sentiero per le Traversette. Poco prima di raggiungere il Buco di Viso (2882 m) si abbandona il sentiero e si attraversa a destra per un centinaio di metri in direzione delle pareti.

    Chiaro di Luna

  • Autori Fiorenzo Michelin, Francesco Martinelli e Daniele Carignano nell’agosto 2007
  • Difficoltà TD 6b max, 6a obbl. Friends utili fino al 3
  • Sviluppo 150 m.
  • Tempo di salita 2 ore
  • Attrezzatura Fix 10 mm, soste con anello.
  • Discesa Lungo la via di salita con 3 doppie.
  • La doppia dalla sosta 2 scende direttamente alla base con una calata di 50 metri nel vuoto.

    Descrizione Un centinaio di metri a destra del Buco di Viso, risalire il cono detritico che porta all’attacco della via, freccia blu alla base.

  • L1 35m. Superare l’evidente diedro obliquo a destra e leggermente strapiombante. 5b, 6a
  • L2 35m. Attraversare a sinistra e risalire la parete aggettante lungo il diedro per poi raggiungere un terrazzino alla base di una bella placconata. 5c, 6b, 6a
  • L3 35m. Superare le placche compatte. 5b, 5c
  • L4 35m. Continuare sulle belle placche e raggiungere la cresta a breve distanza dalla vetta. 5c, 5a

    Mai dire Block

  • Autori Michele Carbone, Davide Moffa e Giulia Schina il 7 agosto 2001
  • Difficoltà D+ 5c max, 5b obbl.
  • Sviluppo 170 m.
  • Tempo di salita 2 ore
  • Attrezzatura 24 Fix di protezione e 2 per ogni sosta.
  • Discesa Lungo la via di salita con doppie da 35 m.

    Descrizione Un centinaio di metri a destra del Buco di Viso, attraversare il cono detritico e portarsi alla base del pilastro. Un evidente bollo rosso e due Fix individuano la partenza della via.

  • 35m. Salire il pilastro lungo il muro compatto e ben appigliato. 5c
  • L2 35< m. Continuare sulla bella placconata. 5b
  • L3 35m. Portarsi alla base dello spigolo e seguirlo fino alla sosta. 5c
  • L4 35m. Superare la cresta a tratti verticale. 5b
  • L5 35m. Salire in direzione della torre sommitale e raggiungere a sinistra l’intaglio sulla cresta. 4b (blocchi instabili).
    Questa lunghezza è interessante solo se si vuole raggiungere la vetta del Monte Granero seguendo la cresta Sud-Ovest, diversamente è meglio evitarla e iniziare dalla sosta 4 la discesa in corda doppia.
  • Monte Granero 3.171 m

    Io per Te !
    La via percorre il settore sinistro della bella parete Sud-Est del Granero e con alcune lunghezze di corda lungo la frastagliata cresta Sud-Ovest ne raggiunge la vetta. Piacevole arrampicata sulle placche aderenti e ricche di appigli con l’immancabile fondale della parete Nord del Viso.
  • Autori Gianfranco Ghibaudo, Gigi Chiappero con
  • Valter ed Ernesto Galizio il 7 agosto 2002
  • Difficoltà TD- 6a max, 6a obbl.
  • Sviluppo 400 m.
  • Tempo di salita 3 ore
  • Attrezzatura 25 Fix 10 mm di protezione e 2 Fix per sosta fino al termine della sesta lunghezza.
  • Discesa Dalla vetta scendere per la via normale della Val Po al Colle Luisas seguendo le cenge e i couloir della cresta Est, segnavia gialli e alcuni Fix 10 mm in posto; tratti esposti, passi di 3b, ometti. Dal colle un sentiero riporta alla partenza della via. In caso di brutto tempo è preferibile scendere la via normale della Val Pellice (versante Ovest) e rientrare superando il passo Seillierino e il Colle delle Traversette.

    Descrizione La via si raggiunge in 1 ora e 40’ dal Giacoletti seguendo il Sentiero del Postino per il Colle delle Traversette, giunti alla caserma militare proseguire verso il Colle Luisas. Nel punto in cui il sentiero si avvicina maggiormente alla parete seguire a sinistra una traccia verso un masso con un cordino in una clessidra. Continuare a sinistra verso una cengia: dietro lo sperone un Fix rosso sulla placca indica la partenza della via.

  • L1 45m. Salire la placca e il muro verticale per poi attraversare leggermente a destra verso una cengia, seguire una fessura e poi in placca fino alla sosta. 5c
  • L2 45m. Superare il muro di placche compatte e aderenti poi, raggiunta una cengia, continuare direttamente sui piccoli risalti. 5b, 4a
  • L3 50m. Portarsi alla base di un canale e risalirlo fino ai piedi della bella placca compatta. 3b
  • L4 45m. Continuare leggermente a destra prima su muro poi in placca per raggiungere la comoda cengia. 5c, 5b
  • L5 30m. Salire in placca alla base di uno strapiombo fessurato, superarlo utilizzando la fessura e attraversare a destra per raggiungere la sosta. 5a, 5c
  • L6 30m. Superare il muro fessurato e il bombé leggermente strapiombante, poi una serie di placche e muretti che terminano sulla cresta Sud-Ovest. 6a, 5b
  • L7 45m. Seguire ora la cresta. 3c
  • L8 45m. Continuare per brevi e divertenti risalti. 3c, 3a
  • L9 40m. Un ultimo tratto in cresta per raggiungere la vetta. 3c
  • Le soste 7, 8 e 9 sono da attrezzare, si può comunque percorrere la cresta Sud-Ovest a corda tesa (conserva) fino in vetta.

    Via Michelin-Masoero
    Elegante e ingegnosa realizzazione quella di Fiorenzo e Stefano sulla soleggiata parete Sud-Est del Granero ora a disposizione di tutti gli amanti del 4° e 5° grado.
    Dalle belle torri iniziali si raggiunge la spettacolare placca finale per continuare direttamente in vetta ad abbracciare la Madonna.

  • Autori Fiorenzo Michelin con Stefano Masoero nel luglio 2000
  • Difficoltà D+ 5c max, 5c obbl.
  • Sviluppo 350 m.
  • Tempo di salita 4 ore
  • Attrezzatura Fix 10 mm, chiodi normali.
  • Discesa Dalla vetta scendere per la via normale della Val Po al Colle Luisas seguendo le cenge e i couloir della cresta Est, segnavia gialli e alcuni Fix 10 mm in posto; tratti esposti, passi di 3b, ometti. Dal colle un sentiero riporta alla partenza della via. In caso di brutto tempo è preferibile scendere la via normale della Val Pellice (versante Ovest) e rientrare superando il passo Seillierino e il Colle delle Traversette.

    Descrizione La via si raggiunge in 1 ora e 40’ dal Giacoletti seguendo il Sentiero del Postino per il Colle delle Traversette, giunti alla caserma militare proseguire verso il Colle Luisas; un centinaio di metri prima di arrivare al colle abbandonare il sentiero e raggiungere l’attacco risalendo a sinistra la pietraia, freccia blu alla partenza.

  • L1 30 m. Superare direttamente la torre fino alla breccia, muri, placche e un piccolo strapiombo. 5c, 5a
  • L2 30 m. Continuare sulle placche fessurate. 4c, 4b
  • L3 30m. Portarsi alla base dello sperone rossastro e superarlo per un breve strapiombo. 4c, 5b
  • L4 35m. Traversare a sinistra e raggiungere la base dello sperone. 3b
  • L5 30m. Salire il pilastro a sinistra del canale-camino poi l’aereo muro compatto. 5a, 5b
  • L6 25m. Placche e brevi saltini. 3b, 4b
  • L7 25m. Scendere qualche metro in un piccolo canale e superare la bella placca fino al punto di sosta. 5b
  • L8 35m. Traversare a destra e raggiungere la cengia erbosa alla base delle compatte placche terminali. 3b
  • L9 30m. Lunghezza bellissima sulla ripida placconata. 5b, 5c
  • L10 30m. Continuare sulla placconata compatta, ora meno ripida, e sul bel muro fessurato. 5b, 5a
  • L11 35m. In placca fino alla base del muro che si supera a destra per raggiungere l’intaglio dove si sosta (targa commemorativa). 4b, 5c
  • L12 30m. Superare il ripido muro finale e direttamente la vetta. 5c, 4a
  • Materiale curato dalla Guida Alpina Andrea Sorbino - Rifugio "Vitale Giacoletti"
    Aggiornamento: maggio 2010


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